Stato della Transizione Energetica in Unione Europea

La relazione sullo stato dell’Unione dell’energia

Mercoledì 11 settembre, la Commissione europea ha pubblicato la relazione sullo “Stato dell’Unione dell’energia 2024”. Il rapporto illustra i significativi progressi compiuti dai Paesi dell’Unione in materia di sicurezza energetica e transizione verso l’energia pulita.

La relazione conferma l’impegno dell’Unione a raggiungere gli obiettivi energetici e climatici fissati per il 2030, identificando, al tempo stesso, il bisogno di rafforzare i futuri sforzi.

Tra i risultati principali, si legge che le energie rinnovabili hanno generato circa la metà dell’elettricità dell’Ue, riducendo così l’importazione del gas russo dal 45% nel 2021 al 18% entro la metà del 2024. Le emissioni di gas serra sono diminuite del 32,5% rispetto ai livelli del 1990, mentre l’economia è cresciuta del 67%. 

Il rapporto sottolinea la necessità di introdurre ulteriori sforzi affinché si raggiungano gli obiettivi climatici del 2030, in particolare per quanto riguarda l’efficienza energetica. Gli Stati membri sono stati invitati ad aggiornare i loro Piani nazionali per l’energia e il clima (NECP­ – National energy and climate plans) per garantire progressi collettivi.

Focus sull’Italia

L’Italia, secondo il rapporto, sta beneficiando in maniera significativa delle risorse della politica di coesione dell’Unione europea e del fondo “Next Generation Eu” (https://next-generation-eu.europa.eu/index_en), in particolare attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Il PNRR, che rappresenta un’opportunità unica per affrontare le debolezze strutturali dell’economia, ha destinato un totale di 71,8 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro in prestiti, con il 39% dei fondi disponibili a sostegno degli obiettivi climatici. Inoltre, 45 miliardi di euro sono stati destinati ai fondi per la realizzazione di progetti energetici, con un importo considerevole per l’efficienza energetica negli edifici. Infatti, l’investimento cosiddetto “superbonus”, del valore di 13,95 miliardi, ha finanziato la ristrutturazione energetica degli edifici residenziali, coprendo un’ampia gamma di interventi, come impianti fotovoltaici con relativi sistemi di accumulo o infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici.

Si sono aggiunti, ugualmente, investimenti a sostegno della ristrutturazione per le abitazione delle famiglie a basso reddito per alleviare la povertà energetica, con un sostegno finanziario iniziale di almeno 1,38 miliardi. Nell’agosto 2024, la Commissione ha erogato il quinto pagamento di 11 miliardi di euro all’Italia.

 L’Italia rimane uno dei mercati leader nel settore delle tecnologie pulite. Il nostro Paese ospita un numero considerevole di impianti di produzione di energia solare fotovoltaica ed eolica.

Per visionare tutti gli altri Paesi dell’Unionehttp://Relazione sullo stato dell’Unione dell’energia 2024 – schede per paese – Commissione europea (europa.eu)

Per quanto riguarda la capacità produttiva dei componenti del solare fotovoltaico, oltre il 22% del fotovoltaico integrato negli edifici proviene dall’Italia. L’Italia si colloca tra i primi due maggiori produttori dell’UE. Diverse aziende italiane figurano tra i principali produttori europei di “Solar Backsheets” – responsabili dell’isolamento e della protezione delle celle fotovoltaiche dall’umidità.

Stato della Transizione Energetica in Unione Europea

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Rapporto sulle competitività dell’Ue – Uno sguardo al futuro

https://commission.europa.eu/topics/strengthening-european-competitiveness/eu-competitiveness-looking-ahead_en

Il 09 settembre l’ex premier italiano, Mario Draghi, incaricato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ha presentato il rapporto sulla competitività dell’Ue. Il rapporto evidenzia, innanzitutto, il crescente divario tra l’Ue e gli Stati Uniti ed esorta i Paesi membri e le istituzioni comunitarie a raggiungere un maggiore coordinamento. L’ex presidente della Banca centrale europea propone di aprire le porte a nuove cooperazioni, a promuovere il debito in comune e a porre l’accento sulla coerenza delle politiche. Le politiche europee dovranno essere rivolte su tre fronti: Innovazione, energia e sicurezza.

In merito all’energia, quest’ultima è citata circa 580 volte (3 volte è citata la parola “solar energy”), mentre la parola “solar” è citata circa 71 volte. Si legge, infatti, che: “Le tecnologie pulite sono indispensabili per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica, nell’UE e nel mondo. Esse comprendono un’ampia gamma di tecnologie che producono o immagazzinano energia rinnovabile o assorbono le emissioni. L’ampia diffusione delle tecnologie pulite mantiene la possibilità di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Entro il 2030, l’energia solare fotovoltaica ed eolica, l’elettrificazione, la bioenergia, l’idrogeno, il CCUS e il cambio di combustibile dovrebbero contribuire insieme al 65% delle riduzioni delle emissioni.

Il rapporto prevede che le tecnologie pulite continueranno a crescere in termini di dimensioni, investimenti e contributo all’occupazione. Il mercato in questione ha già registrato una crescita molto rapida. Nel 2022, il mercato globale combinato di solare fotovoltaico, eolico, batterie, elettrolizzatori e pompe di calore ha raggiunto poco meno di 300 miliardi di dollari investiti, quasi il triplo del valore del 2010. Gli investimenti nelle tecnologie pulite hanno superato quelli nelle tecnologie convenzionali, sia in termini di volume che di tasso di crescita. Nel 2024, a livello mondiale, gli investimenti destinati alle energie pulite saranno il doppio rispetto a quelli destinati ai combustibili fossili. Si prevede che il mercato globale delle tecnologie pulite si espanderà fino a raggiungere i 650 miliardi di dollari entro il 2030.

Tuttavia, il rapporto mette in evidenzia la crescente dipendenza dell’Unione europea in merito ad alcune materie prime. Si tratta di materie cruciali per la produzione delle nuove tecnologie come il fotovoltaico e le batterie. Di fatti, l’Unione è sempre più dipendente da pochi fornitori (circa il 90% della capacità produttiva si trova nella regione Asia-Pacifico). La Cina[i], in particolare, domina la capacità produttiva. Il rapporto prevede che questa situazione non cambierà nel corso di questo decennio. Tale aspetto rischia di rallentare i progressi verso la realizzazione della transizione verde. Eppure, L’Ue ha rappresentato una quota importante nella produzione mondiale di fotovoltaico. Nel 2010, per almeno un componente (il polisilicio), la Germania era in concorrenza diretta con gli Stati Uniti e la Cina. La Germania è, ad oggi, il leader dell’Ue nella produzione di inverter e polisilicio.

Conclusione

In conclusione, il settore energetico europeo è uno dei motori strategici per promuovere innovazione e sviluppo. L’Ue, dopo aver ottenuto risultati significativi, ha ora la direzione chiara per continuare a progredire ed a raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050; obiettivo già precedentemente dichiarato nel Patto “Green Deal” del 2019.

Per maggiori informazioni è possibile consultare il Rapporto (consigliamo la lettura del BOX 3 a pagina 130).

[i] Si prevede che la capacità produttiva annuale della Cina per il solare fotovoltaico sarà doppia rispetto alla domanda globale. Ciononostante, oggi l’UE è il secondo mercato mondiale per il solare fotovoltaico, eolico e di veicoli elettrici (con una quota di mercato globale compresa tra il 17% e il 25% per queste tecnologie). I settori del solare fotovoltaico e dell’eolico dell’UE hanno aumentato la loro produzione di circa 489 GW tra il 2010 e il 2023.

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