“Case Green sul rendimento energetico nell’edilizia” nell’ambito dell’energia solare

Il Consiglio Ecofin (Consiglio Economia e Finanza dell’Unione europea) ha approvato, in data 12 aprile[1], la Direttiva “Energy performance of buildings directive”, meglio nota come la Direttiva Case Green sul rendimento energetico nell’edilizia (EPBD).

Cosa prevede La Direttiva

La Direttiva UE (2024/1275) ha come obiettivo principale “il miglioramento della prestazione energetica degli edifici e la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra provenienti dagli edifici all’interno dell’Unione europea per conseguire un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050, tenendo conto delle condizioni locali, delle condizioni climatiche esterne, delle prescrizioni relative alla qualità degli ambienti interni e dell’efficacia sotto il profilo dei costi” (Art. 1). La Direttiva stabilisce che: gli edifici sono responsabili del 40% del consumo finale di energia nell’Unione e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra associate all’energia, mentre il 75% degli edifici dell’Unione è tuttora inefficiente sul piano energetico[2].

Le fonti maggiormente utilizzate

Tra le fonti maggiormente utilizzate per riscaldare gli edifici vi sono: il gas naturale (il quale rappresenta il 39% del consumo energetico), il petrolio (11%) e, infine, il carbone (3%). Pertanto, la riduzione del consumo energetico (in linea con “l’efficienza energetica al primo posto”) e il maggior utilizzo di energia da fonti rinnovabili costituiscono le premesse per promuovere e raggiungere l’auspicata transizione verde per diminuire e prevenire gli effetti del cambiamento climatico.

Tra le fonti rinnovabili (eolica, solare termica e fotovoltaica) citate, la Direttiva fa un chiaro riferimento all’energia solare (menzionata circa 19 volte all’interno del documento). Per decarbonizzare il settore edile (due terzi dell’energia consumata per riscaldare e raffrescare gli edifici proviene ancora da combustibili fossili) vi è la necessità di adottare dei piani nazionali di ristrutturazione degli edifici degli Stati membri che indicano le rispettive politiche e misure per eliminare gradualmente i combustibili fossili. Tra le possibili alternative menzionate da utilizzare, vi sono le caldaie con impianto solare termico o con pompa di calore, le quali permetterebbero di ridurre tale dipendenza.

Al fine di garantire l’installazione di tecnologie solari efficienti è indispensabile, pertanto, che tutti i nuovi edifici siano “predisposti per il solare” ovvero progettati per ottimizzare il potenziale di produzione dell’energia solare. Gli Stati membri, secondo quanto stabilito dalla Direttiva, dovrebbero garantire l’installazione di impianti solari adeguati nei nuovi edifici residenziali e non residenziali. La diffusione, su larga scala, dell’energia solare contribuirebbe, in questo modo, a proteggere i consumatori in modo efficace rispetto alla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili, apportando, parallelamente, benefici ambientali, economici e sociali.

Specifiche

L’articolo 10. della Direttiva è interamente dedicato all’”Energia solare negli edifici”; la quale richiama gli Stati membri ad impegnarsi sia a provvedere che tutti i nuovi edifici siano progettati in modo tale da ottimizzare il potenziale di produzione di energia solare[3] sia ad assicurare l’installazione di impianti solari adeguati, rispettando le seguenti scadenze:

  • Entro il 31 dicembre 2026, su tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali con una superficie coperta utile superiore a 250 m2;
  • Su tutti gli edifici con superficie coperta utile superiore a:
  • 2000 m2 entro il 31 dicembre 2027
  • 750 m2 entro il 31 dicembre 2028
  • 250 m2 entro il 31 dicembre 2030
  • Entro il 31 dicembre 2029, su tutti i nuovi edifici residenziali
  • Entro il 21 dicembre 2029, su tutti i nuovi parcheggi coperti adiacenti agli edifici.

La Direttiva invita, quindi, gli Stati membri ad attuare un quadro che fornisca le necessarie misure amministrative, tecniche, finanziarie per sostenere la diffusione dell’energia solare negli edifici. La presente Direttiva entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea (28 maggio). Gli articoli 30, 31, 33 e 34 si applicheranno a decorrere dal 30 maggio 2026.


[1] La Direttiva (UE) 2024/1275 è stata, successivamente, pubblicata l’8 maggio del 2024 sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea (entrerà in vigore il 28 maggio).

[2] La Direttiva (UE) 2024/1275 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 aprile 2024, sulla prestazione energetica nell’edilizia, (rifusione), (Testo rilevante ai fini del SEE)

[3] Sulla Base dell’irraggiamento solare del sito, consentendo così la successiva installazione di tecnologia solari efficienti.

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